Perché vaccini e pass vaccinali vanno fermati

L’introduzione di un “pass vaccinale” per controllare e limitare la libertà di movimento dei cittadini, e soprattutto per schedarli, indurli indirettamente a un trattamento sanitario obbligatorio, controllarne ogni movimento o transazione è già di per sé un’aberrazione giuridica da regime nazista, prima ancora che un provvedimento palesemente incostituzionale, ma questi argomenti lasciamoli per un ricorso in sede giudiziaria. La massa non risponde, il terrore è più forte dei principi costituzionali violati.

E nemmeno solleviamo lo spaventoso ed evidente conflitto d’interesse che ha introdotto un pensiero unico nei media. Come diceva l’On. Romano, “non li faremo neanche parlare”, e questo già dovrebbe insospettire i “pensanti”. Perché “impedire di parlare” a chi ha idee diverse se le tue idee sono fondate? Ma anche questo argomento non attacca con la massa, proprio perché tutte le finestre da dove può entrare un vento diverso sono rigorosamente sigillate, e il telespettatore ingenuo non sospetta neanche che, oltre a quello che “dicono tutti”, ci possa essere un’altra verità.

Noi dobbiamo andare direttamente, con i pochi o tanti mezzi che abbiamo, al cuore della questione, al merito. Dobbiamo stringere le persone, quelle ancora mentalmente recuperabili, a poche domande elementari. Come il bambino dei “vestiti dell’imperatore”, dobbiamo avere il coraggio di dire che il “re è nudo”. Vedrete che qualcuno si comincerà a svegliare.

  1. È L’UNICO MODO PER TORNARE AL MONDO DI PRIMA. Non è vero! I segnali che non torneremo mai al mondo di prima sono sempre più evidenti, anche se ci fanno fare un passo indietro e due avanti, per farci dimenticare proprio il “mondo di prima”.  Finché resta la cricca che ben conosciamo, alla normalità non ci faranno tornare mai più. Restano le mascherine, il distanziamento, e la necessità di aggiornare (per tutti!) ogni anno la doppia vaccinazione perché ci sono e ci saranno sempre le “varianti”, anzi, indotte in continuazione dalla resistenza ai vaccini. Siamo disposti a dividere la storia universale in un “ante-covid” e “post-covid”? Il nostro ideale interlocutore, fiducioso di tutto ciò che dice il governo, si impegna ad avere l’onestà intellettuale, tra 12 mesi da oggi, se ancora siamo impantanati in queste continue restrizioni, di ammettere che il vaccino per “tornare alla normalità” era solo una bufala per indurre tutti a farsi vaccinare/tracciare?
  2. IL VACCINO È EFFICACE CONTRO IL COVID. Non è affatto detto. Anzi, quello che sappiamo per certo è che la sua efficacia se va bene è di pochi mesi. Il pass non a caso dura solo 6 mesi. Poi si ricomincia. Non abbiamo dati scientifici sulla reale efficacia intanto. Immagino che un po’ ci sia, con le varianti note, e qualche dato provvisorio sembrerebbe confermare questo, sia pure nella nebbia dei dati assai manipolati e manipolabili dei contagi. Ma la  misteriosa proliferazione continua di “varianti” rende non risolutiva l’inoculazione. Si dice che però, anche se si prende, gli effetti sarebbero più blandi. Ma lo si dice senza alcuna prova scientifica. Anche la normale infezione è pericolosa in pochissimi casi. Se il 95% dei malati covid ha effetti insignificanti si sottolinea il pericolo per il restante 5%. Se invece la stessa percentuale si registra tra i vaccinati “reinfettati” (ormai statistica), si sottolinea il 95% che tutto sommato sta bene. E che dire dei non pochi vaccinati che mostrano TOTALE ASSENZA DI ANTICORPI? L’efficacia, in realtà, è tutt’altro che dimostrata. Ma, soprattutto, la salute individuale è un fatto personale. Nessuno può imporci un trattamento sanitario per proteggere noi stessi. Io posso decidere di puntare sul mio sistema naturale di anticorpi, e fidarmi di esso più che di Bill Gates, e nessuno, Costituzione e Convenzioni internazionali alla mano, può mai costringere un essere umano a “curarsi” senza il suo consenso informato.
  3. IL VACCINO IMPEDISCE LA DIFFUSIONE DEL CONTAGIO: IL VACCINATO NON TRASMETTE IL VIRUS. Anche questo è platealmente falso. Il vaccinato può trasmettere esattamente come il non contagiato. Non c’è alcuno studio che dimostri che la sua carica virale sia più bassa di quelle di un non vaccinato asintomatico o comunque sufficientemente bassa da rendere lo strumento efficace nella diffusione del contagio.
  4. IL VACCINO IMPEDISCE LA DIFFUSIONE DEL CONTAGIO: IL NON VACCINATO TRASMETTE IL VIRUS. Qua siamo allo stravolgimento dei principi elementari della medicina. Tradizionalmente si è sani sino a prova contraria. Ora si accredita una rivoluzione copernicana secondo cui l’onere della prova è rovesciato: siamo tutti “malati” sino a prova contraria. A parte questa assurdità, dopo più di un anno non si è mai riusciti a dimostrare che il “contagiato” asintomatico, cioè con carica virale bassa o bassissima sia realisticamente pericoloso per il prossimo. Negli stati in cui non sono stati richiesti distanziamenti o mascherina i contagi sono gli stessi, o addirittura di meno, che in quelli che hanno praticato chiusure e restrizioni. Ma anche volendo ammettere teoricamente la “pericolosità sociale” del non vaccinato, che senso ha questa precauzione se tutti gli altri sono vaccinati? Se il vaccino è statisticamente efficace (e le inefficacie sono “trascurabili” come si dice) e se NESSUNA categoria (che io sappia) è esentata dall’obbligo di vaccino (al limite non ne fai uno ma te ne propongono un altro “sicuro”), in che modo un non vaccinato può essere un pericolo? Al limite infetta (ammesso e non concesso che…) un altro scettico come lui che ha rifiutato il vaccino. I “paurosi” dovrebbero essere al sicuro, o no? 
  5. IL VACCINO È SICURO. Questo infine è l’argomento cruciale. Siamo in presenza di un trattamento genico, introdotto per la prima volta nella storia dell’umanità, ma convenzionalmente ridefinito come “vaccino”, per richiamare uno strumento di profilassi a tutti familiare e noto. Quali gli effetti? Presto per dirli. Quelli a breve termine, già un po’ inquietanti, li stiamo vedendo, nonostante la continua censura del “nessun nesso”, che parla da sola. Ma gli effetti a breve termine non bastano. Gli effetti a medio termine, da uno a due anni da oggi, attesi dalle stesse case farmaceutiche, che considerano conclusa la “sperimentazione” solo nel 2023, non sono per nulla noti. È possibile che, di fronte ad una variante non coperta, il vaccinato scateni una “reazione avversa” come paventato da alcuni studiosi? Non lo sappiamo. E perché se non lo sappiamo dovremmo essere obbligati ad una sperimentazione medica? Ma, anche superato questo medio termine, ci sono i rischi di lungo termine: reazioni autoimmuni, infiammazioni croniche, tumori, sterilità. Per valutare questi effetti ci vogliono dai 3 ai 10 anni. Non è un caso se i buoni vecchi vaccini venivano autorizzati non prima di 7 anni dalla loro “scoperta”. Perché dobbiamo essere condannati a sperimentare qualcosa di cui non conosciamo gli effetti e che, nel lungo termine, potrebbe rivelarsi anche uno sterminio di massa?

E ora organizziamoci con gli studi legali. La resistenza è appena iniziata. Ma tentiamo, finché possibile, di aprire gli occhi ai nostri concittadini. Più saremo, più sarà facile la resistenza. Se la gente si sposterà senza chiedere il pass o non andrà nei posti in cui è richiesto, la battaglia è vinta. Non serve convincere chi è impazzito. Basta una congrua minoranza. Passaparola.

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