Sulla chiusura di Byo Blu

La chiusura del canale Youtube di Byo Blu è una di quelle notizie che dovrebbe rattristarci e che invece, secondo me, deve essere salutata come un segno di speranza. Naturalmente non ci dobbiamo nascondere la drammaticità del momento, ma la notizia non è solo questa.

Ogni società, ma anche ogni sistema di potere, è tenuta insieme da un insieme di credenze, norme e valori che valgono a legittimarla. È quello che il sociologo Luhmann chiama il “senso”. Il senso è la colla che tiene tutto, l’auctoritas che rende legittima una narrazione, senza bisogno neanche di ricorrere alla “potestas”, cioè al potere vero e proprio.

Una società robusta, una società in cui questi valori sono realmente condivisi e sostanziali non ha paura del dissenso, e diventa “aperta” (come direbbe questa volta Popper, derubato e mistificato dalla “banda” di Soros & co., ma portatore di un messaggio ben più importante). Essa tutela la diversità di opinioni perché questa contribuisce alla formazione dell’opinione pubblica e non è in grado comunque di scalfire (tutt’al più di influire su) la visione dominante.

Dopo una storia plurisecolare che non mette conto richiamare, non senza molte luci (in storia non si demonizza nessuno), il capitalismo già mercantile, poi industriale, poi finanziario, è entrato nella sua fase terminale, non riuscendo più a coniugare l’accumulazione, concetto cardine di se stsso, con la crescita infinita delle risorse e la sempre migliore distribuzione.

Esso si è trasformato, con un’accelerazione parossistica dall’ultima decade del XX secolo, ma con radici più lontane, in un’oligarchia globale sempre più feroce e spietata. Esso si è fatto schermo (o scherno?) della “società aperta”, facendo dell’uguaglianza, delle pari opportunità, della tolleranza, della democrazia, etc. una vera e propria ideologia; ideologia che, però, le si è ritorta contro, costringendola ad un “bispensiero” sempre più sfacciato: si dice democrazia, si legge dittatura, si dice libertà, si legge schiavitù. 

Naturalmente, per reggere questo gioco, bisogna paralizzare il senso critico delle masse e sostenere una narrazione metafisica della realtà sempre più in contrasto con l’evidenza dei fatti con dosi sempre più massicce di “propaganda”, a un certo punto tanto massicce che diventa difficile anche ai più ingenui non accorgersene. Perché ciò sia possibile bisogna gettare la maschera e stringere sempre più i freni, fare saltare le Costituzioni, le libertà, i diritti dell’uomo. Ciò che accade, in soldoni, è questo.

La buona notizia è che, nonostante le infinite risorse, il dissenso e la critica spuntano come i funghi da tutte le parti. L’élite ha messo le mani su tutti i partiti, su tutte le banche, su tutti i TG che contano, su tutti i giornali, ma non ha “afferrato” la società, non del tutto almeno. E se non la afferri del tutto, dal loro punto di vista, hai perso.

La risposta è perciò di carattere sempre più autoritario.

Le Big Tech sono in prima linea in questa crociata censoria, al punto da risultare persino ridicoli, come l’automatismo di FB, che quando legge la parola “vacc.” subito mette il flag per andare a informarsi nelle fonti “giuste”. Non si chiedono se questi mezzucci alla fine faranno sorgere nei destinatari più sospetti che rassicurazioni.

E quando questo non basta? Cancellano, senza motivazione, account e pagine, trincerandosi nel “diritto privato”.

Ma la comunicazione “social” non è più un fatto privato, è un luogo di confronto democratico. In un paese civile l’impresa “server” non può entrare nel merito dei contenuti veicolati più di quanto un postino non possa leggere la posta e consegnarla solo se è d’accordo con il contenuto, anche se è un corriere privato, soprattutto, direi, se è un corriere privato.

Se alcune limitazioni, per i minori, per l’ordine pubblico, vanno messe, vanno messe con convenzioni internazionali o leggi degli stati, o, in mancanza, con un po’ di semplice buon senso: evitare contenuti legati alla prostituzione, alla pornografia, alla pedofilia, al terrorismo, all’incitazione all’odio etnico o religioso, alla violenza, al sangue,… ma – tolti i casi limite, sui quali le big tech non si sognano spesso neanche di intervenire – poi la gente deve essere lasciata libera di parlare, anche di dire sciocchezze e bufale, perché no?

Anche l’elettricità quando nacque era privata, ma poi, diventata di interesse pubblico, ha dovuto sottostare alle regolamentazioni pubbliche.

Non è solo inaccettabile, è anche semplicemente ridicolo, che una grande democrazia si faccia dettare l’agenda delle discussioni private da una società per azioni d’oltreoceano, e nessuno fiati o dica una parola? Solo io vedo il ridicolo di tutto ciò? Viene da fare una pernacchia quando il PDC o il PDR vengono in TV tutti paludati e seriosi; viene da dire “ma non ti accorgi che stai difendendo e rappresentando un guscio  completamente svuotato?”.

Insomma la repressione è segno di debolezza, di estrema fragilità. Vuol dire che siamo sul punto di rottura. Vuol dire che se Byo Blu fosse stato lasciato libero, i 525.000 potevano diventare prima o poi 5 milioni e a quel punto viene giù tutto. Io penso che, sotto sotto, i rappresentanti in Italia delle élite e le élite stesse sono in questo momento molto preoccupati di come stanno andando le cose, ma non trovano altra soluzione se non quella di inasprire il regime, a costo che questo diventa sempre più manifesto, anche ai non pochi dormienti.

Ma questo non potrà che peggiorare le cose.

Byo Blu si sta aprendo il digitale terrestre, ha chiesto 150.000 euro per cominciare e ne sta ricevendo il doppio…. Io lo vedevo saltuariamente, ora la vedrò ogni giorno, e per contro non accenderò YT neanche per sbaglio, neanche per ascoltare un po’ di buona musica come facevo prima..

E a questo punto che fanno? Mandano i Carabinieri ad arrestare Messora?

Si accomodino, ma se fanno un passo del genere hanno le settimane contate.

Soffiamo, soffiamo sul fuoco della sana disobbedienza civile. Abbiamo contro tigri di cartone, folli che pensano di poter sottomettere per sempre miliardi di persone. Folli. La loro fine è vicina, dobbiamo reagire certo, niente pop corn sul divano, ma basta un soffio l’uno di tutti noi, perché venga giù tutto.

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